Una ‘ricostruzione virtuale’
della sonorità dell’organo Aletti
Sono venuto a conoscenza della storia di
Aletti e dei suoi pionieristici tentativi di realizzare (nel lontano 1939!) il
primo ‘organo elettronico’ italiano leggendo l’interessante e documentato
libro di Serafino Corno ‘Enrico Aletti e la storia inedita del primo organo
elettronico italiano funzionante con lampade a gas inerte’.
A qualcuno potrebbe apparire un’operazione del tutto anacronistica continuare ad occuparsi oggigiorno di apparecchiature che, confrontate con i mezzi tecnologici odierni, sembrano appartenere ad un’epoca ormai lontanissima e quasi… ‘preistorica’! Questo genere di considerazioni - in realtà assai superficiali - non provengono però da persone intellettualmente curiose e competenti quali l’autore del libro, motivate a comprendere con grande passione le radici delle proprie tradizioni artigianali e valorizzando nel presente le opere ingegnose realizzate dai loro predecessori (persone intraprendenti e industriose come Enrico Aletti) con i quali hanno avuto, fra l’altro, la fortuna di collaborare.
Sfogliando il bel libro di Serafino Corno (disponibile e acquistabile presso il suo Sito WWW.serafinocorno.it) - ricchissimo di foto, illustrazioni e grafici - un po’ dispiace (a chi non possiede, come il sottoscritto, specifiche conoscenze di tipo elettrotecnico) di non riuscire a seguire pienamente l’autore nella dettagliata spiegazione dei vari schemi elettrici riportati, giungendo a comprendere solo a ‘grandi linee’ il funzionamento degli stessi!
Fig. 2: foto dei generatori superstiti dell'organo Aletti (quattro di essi tuttora funzionanti)
Anche se non potremo mai ascoltare le esatte timbriche che lo strumento di Aletti avrebbe potuto produrre secondo le reali intenzioni dell’inventore (il progetto non giunse purtroppo a compimento a causa delle ben note vicende belliche - la sua fabbrica venne infatti distrutta dai bombardamenti) possiamo comunque, grazie ai sofisticati mezzi informatici che l’odierna tecnologia ci mette a disposizione, tentare una verosimile - per quanto soggettiva - ‘ricostruzione virtuale’ della sua sonorità complessiva partendo dal suono-base dei generatori superstiti e restaurati (quattro di essi tuttora funzionanti), ed è proprio questa l’idea che mi ha spinto a realizzare - anche grazie alla comprensibile ed entusiastica collaborazione del gentilissimo sig. Corno - il presente, curioso ‘esperimento’.
Metodologia
Utilizzando accurate registrazioni digitali di partenza dei singoli oscillatori ho proceduto nel seguente modo:
1) ‘Ripulitura’, stabilizzazione in frequenza e intensità dei quattro campioni (utilizzando il software professionale di editing audio ‘Sound Forge’), con successiva estrapolazione della miglior sezione di ogni file ed eliminazione del disturbo elettrico di contatto dovuto al transitorio d’attacco dei generatori Aletti: un problema che l’inventore avrebbe comunque dovuto affrontare per un utilizzo davvero musicale dei suoi oscillatori (di natura senz’altro differente ma per certi versi analogo al problema del ‘click’ prodotto dalle ruote elettromagnetiche di Laurens Hammond) e sembra che lo avesse in parte risolto - anche se non si sa bene in qual misura - prevedendo l’applicazione nel circuito di un piccolo trasformatore, come si legge a pag. 99 del libro). Fra i quattro campioni d’onda disponibili (i cui grafici sono riportati nella figura sottostante) ho poi scelto di utilizzare come ‘timbro di partenza’ il n. 3, che mi è sembrato il più idoneo per una polifonia di tipo ‘tradizionale’.
Sonorità dei quattro Generatori Aletti prima e dopo la 'ripulitura' del segnale audio (0,75 Mb)
(Clicca sull'icona per il download del file audio)
Fig. 3: forme d'onda dei quattro generatori Aletti e dell'onda n.3, da me scelta e filtrata
2) Filtraggio del campione grezzo scelto (operazione indispensabile e comunque prevista dall’inventore), con adeguata riduzione/eliminazione d’indesiderati armonici superiori (il risultato è un generale e gradevole ‘ammorbidimento’ del suono, come del resto si vede confrontando i due grafici corrispondenti (Generatore Aletti 3 e G.A. 3 filtrato).
3) Messa in ‘loop’ del campione digitale così ottenuto.
4) Trasposizione tonale dei singoli campioni (con l’applicazione di un breve ‘Fade In’ per rendere meno ‘brusco’ il transitorio iniziale di ogni nota: più lungo nei suoni gravi, minore in quelli acuti).
5) I singoli files così ottenuti (23 in tutto) sono stati poi composti ‘step-by-step’ in modo polifonico (con il software di renderizzazione audio ‘Reaper’) allo scopo di ottenere - a scopo esemplificativo - la riproduzione di un breve corale armonizzato a 4 voci da Bach (‘Wer nur den lieben Gott lässt walten’); in alternativa avrei potuto anche procedere ad una più completa - sebbene maggiormente impegnativa – realizzazione di uno ‘strumento virtuale’ da suonare in tempo reale mediante campionatori software (tipo ‘Halion’), ma per gli scopi della presente dimostrazione ho ritenuto sufficiente limitarmi a quanto già descritto.
6) Infine ho applicato degli adeguati effetti di riverbero per meglio contestualizzare le sonorità così ottenute in un ipotetico ambiente ecclesiastico: l’effetto finale lo potrete ascoltare nel file audio qui allegato.
‘Wer nur den lieben Gott lässt walten’ - Ricostruzione virtuale organo Aletti (2,4 Mb)
(Clicca sull'icona per il download del file audio)
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Video su YouTube:
Ricostruzione del suono del primo organo elettronico italiano
Ricostruzione del suono del primo organo elettronico italiano funzionante con lampade a gas inerte.
Brevettato nel 1939 da Enrico Aletti.
Ricostruzione sonora del Prof. Roberto Rampini.
Filmato di Serafino Corno.